lunedì 15 dicembre 2008

Spagna ole'!

Lo ammetto: da buon italiano campanilista, ho sempre sottovalutato un po' gli spagnoli, per non parlare del paese stesso, che a mio modo di vedere era troppo simile all'Italia. Che ci vado a fare laggiu' se da noi abbiamo le stesse cose, magari anche piu' belle. Passando alla storia, potevo sempre dire a me stesso che in fin dei conti anche la nostra Italietta pavida e scassata era stata in grado di prendere a calci nel culo i fascisti. Mica come gli spagnoli che avevano dovuto aspettare la morte per cause naturali di Franco per tornare a essere una democrazia. E poi vuoi mettere, noi siamo nel G8!
Essendo, da buon italiano, uno sportivo passivo pantofolaio appassionato di storia e di statistiche, trovavo sempre facile paragonare le nostre glorie alle continue delusioni iberiche. Le loro squadre nazionali (nel calcio, nella pallacanestro) partivano sempre con grandi fanfare ma rimanevano immancabilmente scornate, alla faccia degli allori conquistati dalle loro squadre di club. Caso emblematico: gli europei di basket, nei quali la Spagna ha raggiunto la finale per ben sei volte, perdendole tutte - in due occasioni contro l'Italia. A ben pensarci le nostre squadre si sono spesso divertite a far soffrire gli spagnoli, come quando gli Azzurri andarono a vincere la terza coppa del mondo di calcio a casa loro, o addirittura quando il Settebello della pallanuoto batte' in finale proprio la Spagna di Estiarte alle Olimpiadi di Barcellona. In altre parole, le Furie Rosse, al momento di tornare a casa dopo l'ennesimo torneo finito male, in genere di rosso avevano solo la faccia - per la vergogna.
E invece che mi combinano 'sti toreri con le palle? Prima la nazionale di pallacanestro vince i mondiali (mica bruscolini!). Poi la squadra di calcio trionfa agli ultimi europei. E questo non e' altro che la cartina sportiva di tornasole di una mutata situazione politica ed economica nella quale loro sono all'avanguardia mentre noi stiamo a guardare; loro hanno un super Zapatero che spinge e trascina il paese verso nuove mete, e sa ispirare fiducia anche nelle contingenze negative, mentre noi ci ritroviamo - per la terza volta - zavorrati da Berlusconi; loro scavano nel passato autoritario della dittatura franchista, mentre da noi ricompaiono i picchiatori fascisti, la polizia diventa cilena e il fetore di razzismo e intolleranza e' diventato ormai insopportabile. Chissa' perche' poi cosi tanti ggiovani italici di belle speranze vanno a cercare lavoro a Barcellona...

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